L’esposizione
I dati fondamentali fra i tanti visibili all'interno del mirino delle moderne fotocamere sono la velocità di scatto e il diaframma. A questi si aggiungono, a seconda delle fotocamere, dati sulla compensazione dell'esposizione, la carica del flash, i fotogrammi rimanenti, etc.
Velocità di scatto e diaframma sono i valori principali che determinano l'esposizione di un fotogramma.
Una fotografia, quindi, è il risultato della combinazione di due eventi contemporanei: a) la regolazione dell'obiettivo ad un dato valore di diaframma e b) il tempo di apertura dell'otturatore della fotocamera, che determina il passaggio della luce verso la pellicola. Ovviamente, se la fotografia risultante è correttamente esposta, significa che la combinazione tempo-diaframma era corretta. Se la fotografia risultante è troppo chiara o troppo scura, uno o entrambi i valori di tempo e di diaframma erano stati impostati in modo non corretto per quelle condizioni di illuminazione e per quella data sensibilità ISO.
Relazione fra tempo di scatto e diaframma
In condizioni normali, le due grandezze, tempo (= tempo di apertura dell'otturatore della fotocamera) e diaframma (= diametro del fascio luminoso attraverso l'obiettivo) sono regolate l'una inversamente rispetto all'altra. Questo rapporto è detto Legge di Reciprocità, formalmente indicata con:
in cui: E = esposizione, I = intensità della luce (= diaframma), t = tempo di scatto.
Questo legame sancisce che il cambiamento del valore dell'uno comporti il cambiamento di un pari valore dell'altro, in direzione opposta. Ad esempio, 1/125" a f/16 equivale 1/250" a f/8: il tempo si riduce di uno stop e il diaframma viene aperto di uno stop.
A parità di condizioni di illuminazione, se la coppia corretta tempo-diaframma è, ad es., 1/125" con f/8, non sarà possibile "aumentare" una delle due grandezze se non "diminuendo" l'altra. Ad esempio, se si volesse aumentare la profondità di campo a f/16, non si potrebbe ottenere uno scatto corretto mantenendo invariato il tempo veloce di 1/125", dal momento che, passando da f/8 a f/16 abbiamo dimezzato il fascio luminoso attraverso l'obiettivo.
Scattando a 1/125", otterremmo infatti una foto scura, cioè sottoesposta. Allungando invece il tempo di scatto al valore di 1/60", cioè raddoppiandolo, potremmo ottenere una foto correttamente esposta, ma con una profondità di campo maggiore grazie al diaframma più chiuso.
Queste regole divengono molto chiare quando si fotografa per molte ore di seguito. Iniziando a fotografare verso il primo pomeriggio, ad esempio, si scatta con tempi medio-veloci e diaframmi chiusi. Mano a mano che si va verso il pomeriggio inoltrato, ci si accorge che la coppia tempo-diaframma iniziale non è più adeguata ed è necessario aumentare il tempo di scatto o aprire maggiormente il diaframma. Verso sera sarà necessario agire su entrambi, oppure montare una pellicola molto sensibile, nel caso della fotografia analogica, o aumentare la sensibilità ISO del sensore, nel caso del digitale, in modo da compensare la caduta di luce ambientale.
Stop
Quando abbiamo accennato alle regolazioni coerenti di tempo e diaframma, abbiamo introdotto il concetto di stop. Lo stop, in fotografia, è il passo principale delle scale dei diaframmi o dei tempi, equivalente a un raddoppio o a un dimezzamento del tempo di esposizione. Tempo di scatto, diaframma e sensibilità della pellicola si rapportano fra loro in termini di stop.
Variare i tempi di scatto di uno stop significa, ad es. passare da un tempo di 1/60" al suo doppio, cioè 1/30" (+ 1 stop), oppure alla sua metà, cioè 1/125" (- 1 stop). Stesso discorso con i diaframmi: un diaframma più "chiuso" equivale ad una variazione di - 1 stop, mentre un diaframma più aperto è una variazione di + 1 stop.
Analogamente, la sensibilità ISO ha valori in termini di stop. Ad esempio: 25, 50, 100, 200, 400, 800.
In realtà , per consentire maggiore flessibilità sul campo e per rispondere alle piccole variazioni della luce, le scale di tempi, diaframmi e ISO sono suddivise in frazioni di stop, generalmente con un incremento in passi di 1/3 di stop. Ad esempio, la scala ISO è (in neretto gli stop pieni) :
6 - 12 - 16 - 20 - 25 - 32 - 40 - 50 - 64 - 80 - 100 - 125 - 160 - 200 - 250 - 320 - 400 - 500 - 640 - 800.
Latitudine di posa della pellicola e luminanza del soggetto
Ogni pellicola ha la sua latitudine di posa (LdP), cioè l'ampiezza della scala espositiva - in stop - che l'emulsione è in grado di registrare.
Nella pratica, la LdP dà il range entro cui l'emulsione si mantiene fedele prima di registrare errori espositivi. Ad esempio, se l'esposizione corretta della scena è X, posso variare tempi e diaframmi in sovra- e sottoesposizione fino a X ± LdP prima che la foto risultante sia visibilmente scorretta.
La LdP delle emulsioni a colori è inferiore a quella dei film in B/N e la LDP delle diapositive a colori è la più limitata, solamente ± 2 stop, in cui gli estremi corrispondono al nero illeggibile e al bianco bruciato, per cui, nelle diapositive, la LdP di sicurezza è di ± 1 stop (+2 . . +1 . . 0 . . -1 . . -2).
Il soggetto da fotografare è caratterizzato da un dato valore di luce, la cosiddetta luminanza. Ogni soggetto, però, non ha un solo valore di luminanza: ha punti chiari, punti scuri e punti medi. L'insieme - in stop - di questi valori definisce il suo campo di luminanza (CdL), cioè il range delle luminanze. Ovviamente, un soggetto ben illuminato e in modo quasi uniforme avrà un CdL basso e sarà "facile" da fotografare. Al contrario, un soggetto illuminato da luci con forti contrasti, come ad esempio una scena in pieno sole, avrà un CdL molto ampio e la foto risulterà poco piacevole, con zone sovraesposte, zone corrette e zone sottoesposte. Ne consegue che è bene che il CdL sia limitato.
La situazione ideale sarà quindi:
cioè, il range di luminanza del soggetto deve essere pari al range di tolleranza della pellicola.
Il campo di luminanza è anche detto range dinamico (dynamic range).
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Per citazioni
Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 December 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/dbphoto/Chrysis_semicincta_01s.jpg/admin/tipi/picturemusei/dbimg/blank.gif/page/24.










Lettura valutativa multizona = sistema esposimetrico suddiviso in zone fisse e fra loro indipendenti.
I filtri correggono dominanti di colore, introducono effetti intenzionali e arricchiscono immagini soggettivamente carenti.
Filtro Polarizzatore = filtro che elimina parte della luce polarizzata riflessa dalle superfici lisce non metalliche. Lascia passare tutti i colori e ne aumenta la saturazione. Essendo costituito da un gruppo ottico di due elementi mobili, ruotando la ghiera anteriore si ottiene una variazione continua dell'effetto-filtro e, grazie alla visione reflex, è possibile tenerne sotto controllo il risultato. La misurazione TTL compensa automaticamente il fattore-filtro, che varia al ruotare della ghiera. In generale, il fattore-filtro è di 1-2½ stop. L'effetto di massimo filtraggio dipende dall'angolo fra asse ottico dell'obiettivo e piano riflettente, in genere 35°. Il blu del cielo viene saturato quando si fotografa con l'obiettivo parallelo al suolo e il massimo effetto si ha quando l'asse obiettivo-soggetto è ad angolo retto con la direzione di incidenza del sole (o di un'altra sorgente luminosa).
Filtri ND = filtri grigi che riducono la luce che attraversa l'obiettivo in caso di eccessiva luminosità della scena (ad es. per fotografare con tempo lento una scena molto luminosa). Filtrano tutte le lunghezze d'onda dello spettro. Ve ne sono di tre tipi: uniformi, radiali o graduali (GND). Questi ultimi consentono di filtrare solamente una porzione dell'immagine e sono particolarmente utili nella fotografia paesaggistica, in cui spesso ci si trova ad operare con un cielo molto luminoso e un terreno in ombra. I paesaggisti americani ne fanno largo uso, e a ragione. Vengono prediletti quelli a lastra (tipo Cokin), ma di dimensioni superiori, da maneggiare eventualmente anche a mano, in modo da poter posizionare la transizione fra fattore filtro e trasparenza dove meglio si adatta. Vengono prodotti con fattore filtro di 1 stop da una gradazione alla successiva, ad esempio ND 0.3 (1 stop), ND 0.6 (2 stop), ND 0.9 (3 stop), etc.
Filtro Skylight = filtro con debole intonazione calda e fattore filtro pari a 1, il che non rende necessaria alcuna compensazione esposimetrica. Può essere usato come filtro di protezione della lente frontale dell'obiettivo, ma solo in caso di necessità reale (spruzzi, vegetazione, ecc.).
Filtri 81A e 81B = filtri di correzione della T° di colore, per ridurre il rischio o l'entità delle dominanti bluastre in montagna, con cielo coperto o con ombre. Fattore filtro pari a 1.
Filtri colorati per Bianco e Nero - Il filtro verde attenua la foschia, schiarisce e differenzia il fogliame, scurisce i rossi e i blu; il filtro giallo migliora la resa cromatica dei verdi, dei rossi e dei gialli nei paesaggi; il filtro arancio scurisce il blu del cielo, mette in risalto le nuvole; attenua le imperfezioni della pelle; il filtro rosso accentua i contrasti e scurisce i colori, rendendo quasi nero il cielo blu; schiarisce la pelle e le labbra fino ad un pallore irreale.
Filtri per pellicole sensibili all'infrarosso - Sono indispensabili per fotografare utilizzando quelle pellicole speciali. L'uso di film all'IR senza filtri dà immagini irreali con ombre nere e non rende le variegazioni del fogliame, per cui si usano i filtri Kodak Wratten (15, 25, 29, 70, 87, 87C e 88A). Il filtro rosso elimina la foschia. I filtri all'apparenza neri (87, 88) scuriscono il cielo e schiariscono le foglie. L'esposizione va misurata senza filtro, usando una sensibilità di 50 ISO con i filtri trasparenti e di 25 ISO con quelli "neri".





E' quella porzione dello spettro elettromagnetico che comprende le radiazioni luminose percepite dall'occhio umano, di lunghezza d'onda compresa tra i 400nm (blu) e i 700nm (rosso), passando per i 550nm (verde).
I colori sono le singole lunghezze d'onda dello spettro visibile. I colori primari sono il Rosso (R), il Verde (G), e il Blu (B).










La pellicola fotografica è un supporto plastico flessibile e trasparente su cui viene distesa chimicamente un'emulsione contenente cristalli fotosensibili di alogenuro d'argento, di forma varia, in varie disposizioni, maturi o in accrescimento, più o meno addensati. L'aumento della sensibilità si ottiene aumentando le dimensioni dei granuli d'argento: questo, se da un lato risolve situazioni fotografiche difficili, dall'altro comporta una perdita di dettaglio nell'immagine. Il colore è ottenuto tramite copulanti mescolati nel gel. In generale: una pellicola di bassa sensibilità (25-64 ISO) produce effetti più secchi e grafici; una pellicola di sensibilità elevata (200-400 ISO) darà effetti più sfumati e pittorici.
Il codice DX, univoco per ogni tipo di pellicola, trasmette alla fotocamera in grado di rilevarlo tre informazioni fondamentali:







