Caccia fotografica

Ultimo aggiornamento 16 Luglio 2020

Si tratta di una fotografia altamente professionale, che necessita di conoscenze di eco/etologia e la disponibilità di attrezzature specialistiche: teleobiettivi di classe, fotocamere climatizzate e motorizzate, capanni di appostamento, trappole fotoelettriche. Gli animali più interessanti sono anche i più diffidenti, per cui è indispensabile adottare tattiche e accorgimenti adeguati: silenzio, livree mimetiche per l’attrezzatura, etc.

Sensibilità di pellicole/sensore

Va scelta in base alla velocità dell’animale. Generalmente 100-400 ISO. Per le pellicole è meglio prediligere comunque la una grana fine (es. Kodachrome). Va tenuto presente, però che per gli uccelli il tempo di scatto ideale è intorno a 1/500″, quindi bisognerà regolarsi di conseguenza.

Capanni di appostamento

Devono rispettare i colori e le maculazioni degli ambienti in cui ci si apposta. La struttura portante può essere costituita da tubi in alluminio o in fibra di vetro/carbonio, telescopici o a incastro, con un’altezza leggermente maggiore del fotografo seduto sul seggiolino (possibilmente girevole). Inoltre, la struttura deve permettere di essere alzata o abbassata senza doverla smontare, quindi non deve essere fissata al suolo con picchetti. Il montaggio deve poter richiedere pochi minuti. All’altezza degli occhi del fotografo il telo porterà una o più feritoie orizzontali strette, per avere la visione di ciò che accade all’esterno. Il foro per l’obiettivo deve essere molto grande, in modo da permettere spostamenti verticali e orizzontali; all’esterno, l’obiettivo sarà racchiuso in un cappuccio legato attorno al paraluce e fissato al telo. E’ preferibile, poi, ampliare il telo frontalmente in basso, in modo da permettere al cavalletto di uscire dal perimetro, riducendo la distanza tra fotografo e fessure di osservazione. Fotocamere rumorose devono essere racchiuse in sacchi fonoassorbenti.

Comportamento

Alcuni animali viventi in luoghi scarsamente antropizzati possono dimostrarsi poco diffidenti: non conoscono l’uomo e non lo “vedono” neanche. Lo classificano come parte del paesaggio, fino a che i meccanismi di percezione dell’insolito o del pericolo (un rumore secco, un movimento brusco) non lo metteranno in guardia.

Fotografando animali diffidenti, è meglio passare i primi minuti allo scoperto senza dare troppo nell’occhio, muovendosi molto lentamente e non facendo nulla in particolare che li possa incuriosire o allarmare. In tal modo, si viene accettati come parte dell’ambiente e a volte anche ignorati: solo a quel punto sarà consentito fotografare. Ogni animale dovrebbe essere fotografato da un’altezza pari a quella in cui si trova.

Animali in inverno

Fotografare gli animali in inverno è per certi versi più facile che in ogni altra stagione. A fronte di alcuni svantaggi (animali meno numerosi; alcuni sono in letargo; la luce ambiente è più bassa e ricca di dominanti fredde; difficoltà di vario genere dovute al freddo) sussistono però dei sensibili vantaggi: una minore diffidenza da parte degli animali e quindi la possibilità di avvicinarli maggiormente; la possibilità di attirarli con mangiatoie; la possibilità di seguire le loro tracce del passaggio sulla neve. Accessori utili: flash nelle riprese a breve distanza, al fine di migliorare la resa cromatica dei soggetti (la breve durata del lampo non disturba di giorno gli animali); binocolo, per esplorare le zone circostanti da una maggior distanza; monopiede o treppiede, con testa a sfera.

Esposizione

Fotografando sulla neve animali chiari (pernici, orsi bianchi, conigli, etc.) bisogna esporre in spot sul soggetto, poi sovraesporre di 1 stop; oppure, misurare la neve media (non in ombra, né riflettente) intorno al soggetto e sovraesporre di 1½ stop.


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Per citazioni

Agnoli G.L. (2024) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Caccia fotografica, in: Chrysis.net website. Interim version 20 April 2024, URL: https://www.chrysis.net/it/fotografia/manuale-di-fotografia/caccia-fotografica/.