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Ritratto (cenni)

Il ritrattista dovrebbe trascorrere molto tempo insieme al soggetto da ritrarre: in questo tempo si fa conoscenza e si individuano gli aspetti e la personalità del soggetto, oltre alle sue reazioni alle varie circostanze. Tutto ciò ha lo scopo di ridurre tensioni e innaturalezze in fase di ripresa, ma soprattutto serve a catturare lo spirito del soggetto. La conversazione mantiene rilassato il soggetto e distoglie la sua attenzione dalla fotocamera. Bisogna sempre stimolare il soggetto, in qualsiasi modo; a volte è buona idea farlo camminare e seguirlo nei suoi movimenti, girargli attorno e cambiare inquadratura, riprenderlo di fronte, di profilo, per capire qual è il punto di ripresa più fotogenico. Una ripresa di 3/4 dà spesso buoni risultati, accentuando la tridimensionalità dei lineamenti. Il ritratto ambientato può inoltre servire a comunicare una sfumatura della personalità che caratterizza il soggetto.

Obiettivi

85mm, 100mm e 135mm, tutti con grande apertura (f/1.2-2). Le focali corte enfatizzano eccessivamente naso e orecchie. La scelta dello sfondo e della profondità di campo richiedono grande attenzione, per evitare di includere elementi di disturbo alle spalle del soggetto: lo sfondo deve essere per lo più uniforme e non troppo vario, dal momento che sarebbe distraente, e per questo va sfuocato il più possibile. La messa a fuoco deve essere eseguita sempre sugli occhi del soggetto.

Illuminazione esterna

Evitare ogni tipo di illuminazione diretta, ma schermarla e diffonderla con ombrelli e pannelli riflettenti, che ammorbidiscono i forti contrasti e le ombre nette. La lettura esposimetrica va fatta sulla pelle del soggetto, possibilmente con un esposimetro a mano, generalmente più accurato. Il tempo di otturazione ideale è 1/125", perché permette al soggetto di muoversi e al fotografo di fotografarlo senza "effetto mosso". Se il soggetto è in controluce, bisogna usare flash in modalità fill-in e/o pannelli riflettenti. Potrebbe essere necessario ammorbidire i toni della pelle e allo scopo si può usare un filtro soft specifico per il ritratto.

A sinistra: set minimo per ritratto, costituito da un fondale colorato o scuro alle spalle del soggetto
e due pannelli per trasmettere un'illuminazione diffusa sul volto. A destra: alcuni accessori per il controllo dell'illuminazione in studio, fra cui bank diffusori, pannelli dorati, riflettori.


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Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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Fotografia con il flash

Il Numero Guida (NG)

Il flash si rende necessario in condizioni di luce scarsa o per evitare immagini mosse o ricche di dominanti, consentendo di lavorare con tempi veloci (da 1/30" a 1/500", a seconda della fotocamera), ma non solo.

L'emissione luminosa da parte di un flash è brevissima (1/30.000" in alcuni casi) e permette di congelare i movimenti anche più rapidi.

Raddoppiando la distanza fra flash e soggetto, l'illuminazione si distribuisce su una superficie quattro volte più grande, ma l'intensità della luce emessa si riduce a 1/4. Triplicando la distanza, la superficie diventa 9 volte più ampia, ma la luce si riduce a 1/9, e così via.

Da questa legge discende il concetto di "potenza" del flash, o numero guida, che però va riferito ad una distanza precisa da cui sarà possibile ricavare la riduzione - o l'aumento - della luce al variare di quella distanza.

Il numero guida (NG) è una grandezza caratteristica del flash e dà un'idea immediata del suo potere illuminante. Conoscendo la distanza flash-soggetto, il NG serve per ricavare il diaframma di lavoro da impostare sull'obiettivo:

ESEMPIO. Flash con NG=30 per 100 ISO. Quale diaframma va impostato se il soggetto è a 3 metri dal flash? Diaframma = 30 : 3 = 10, cioè un diaframma vicino a f/11.

Per ricavare il Numero Guida in base ad una sensibilità ISO diversa da quella per cui il NG è dato si usa la seguente formula:

ESEMPIO: flash con NG=20 per 100 ISO. Utilizzando una Kodachrome 25 ISO, quale sarà il nuovo NG?
Il NG per 25 ISO è: 20 x (25/100) = 5.

 

Il tempo di sincronizzazione

Il tempo di sincro-flash di una fotocamera indica la massima velocità di scorrimento delle tendine dell'otturatore durante la quale si otterrà una corretta esposizione flash di tutto il fotogramma.

La tendina in chiusura parte immediatamente dopo che la prima tendina si è aperta totalmente. Per avere tempi sempre più rapidi, l'apertura viene parzializzata: la II tendina parte prima che sia arrivata in fondo la prima. Se parte quando la prima è arrivata a ¾ del fotogramma il tempo sarà di 1/250"; se parte a metà fotogramma si avrà un tempo di 1/500".

Per tutti i tempi più brevi del tempo di sincro-lampo solo una parte del fotogramma risulterà esposta correttamente, metre la restante sarà sottoesposta.

Tecniche flash

La posizione del flash determina l'effetto finale. Un flash a slitta sulla fotocamera o a torcia di lato illumina il soggetto frontalmente e totalmente, ma produrrà occhi rossi in animali e uomini (la retina è estremamente vascolarizzata), riflessi su superfici lucide (vetri, lamiere, occhiali); ombre marcate su sfondi alle spalle del soggetto (pareti di una stanza); appiattimento del soggetto e annullamento della sua tridimensionalità. Si ricorre quindi a tecniche di orientamento del flash - o dei flash - per correggere questi difetti.

Utilizzando un flash vanno sempre tenute presenti le Leggi ottiche della Riflessione e della Rifrazione: i raggi luminosi hanno un angolo di riflessione uguale a quello di incidenza (i=r). Nel caso di un'interfaccia aria/vetro - mezzi cioè a differente indice di rifrazione - l'angolo di rifrazione è inferiore a quello di incidenza e tende a chiudersi verso la perpendicolare alla superficie nel punto di incidenza.

E' per la legge della riflessione che un vetro rifletterà il fascio del flash se l'emissione è frontale; ma è grazie a questa che potremo fotografare soggetti riflettenti orientando diversamente il flash, senza incorrere nei riflessi.

Flash indiretto

Gli inconvenienti di cui sopra si evitano allontanando il flash dall'asse ottico (con un cavo-sincro) e/o indirizzando l'emissione luminosa in modo indiretto sul soggetto. L'ideale è disporre di più flash: uno di piccola potenza sulla fotocamera (luce di rischiaramento) e uno di maggior potenza collegato via cavo o tramite servocellula, diversamente posizionato (luce principale).

  • Vantaggi: uniforme distribuzione della luce sul soggetto; assenza di ombre nette; occhi naturali.
  • Svantaggi: la luce che arriva al soggetto è minore di quella diretta; un solo flash di piccola potenza non è sufficiente per la riflessione; se le pareti sono colorate, anche la luce del flash risulterà colorata; la tecnica è affidabile solo in TTL-flash.

Fill-in

Tecnica di rischiaramento del soggetto con luce flash in luce-ambiente, tramite una breve emissione luminosa che schiarisce le ombre indotte dalla luce naturale. Il colpo di flash come riempimento sarebbe insufficiente da solo per consentire una corretta esposizione, ma, abbinato alla luce ambiente, alza la luminanza complessiva della scena e il contrasto si abbassa. Si ottiene così un primo piano rischiarato, inserito in un contesto di luce-ambiente naturale. La tecnica del Fill-in si applica soprattutto nel controluce.

Open-Flash

Tecnica per fotografare in luce scarsa (in ombra, ambienti scuri, boschi, etc.) con tempi lunghi, sottoesponendo di ½-1 stop e colpendo il soggetto con uno o più lampi di flash tenuto in mano. Ad esempio: per una data scena l'esposimetro segna 5" di tempo di esposizione. Si imposta un tempo di 3" e si scatta, azionando contemporaneamente il flash ad una distanza ravvicinata dal soggetto nell'intervallo dell'esposizione.

TTL-flash

Automatismo che opera interrompendo l'emissione del lampo quando un apposito sensore giudica sufficiente la quantità di luce che ha colpito il soggetto, attraverso la misurazione della luce riflessa dal soggetto stesso. È una tecnica avanzata che permette il sincro-flash sia con il tempo nominale di sincro (ad es. 1/125"), sia con tutti gli altri tempi superiori ad esso (ad es. 1/60", 1/30", etc.), calcolando in tempo reale i valori dell'esposizione in numerosissime situazioni fotografiche. Molto affidabile anche in macrofotografia, a patto che il soggetto sia al centro del fotogramma o che occupi gran parte del fotogramma.

Esempio di collegamento multiflash TTL:

  1. Canon T90
  2. flash Canon 300TL
  3. Adattatore slitta
  4. Adattatore remoto
  5. Distributore TTL
  6. Cavo TTL (60 cm)
  7. Cavo TTL (3 m).

Accessori utili

  • servocellula (o servo-flash): fa scattare un flash quando rileva il lampo di un altro flash;
  • diffusore: si posiziona sul bulbo-flash, come un filtro, per ottenere una emissione più morbida e diffusa, oppure per ampliare l'angolo di emissione;
  • pannello diffusore: lastra di plastica bianco latte fissata a 45° rispetto al bulbo flash; il bulbo viene inclinato verso l'alto e lastra diffonde la luce verso il soggetto;
  • pannello riflettente: pannello utile a rischiarare un lato in ombra del soggetto;
  • aggiuntivo tele: lente di Fresnel che aumenta il NG del flash e ne concentra l'emissione;
  • accessori multiflash: per distanziare il flash dalla fotocamera o per utilizzare più unità sincronizzate in modalità TTL; possono essere connesse via cavo o in modalità wireless (via radio).

Problemi e cause

  • Problema: l'immagine è correttamente illuminata solo in una porzione del fotogramma.
    Causa: il tempo di scatto è stato più breve del tempo di sincronizzazione.
  • Problema: l'immagine è sottoesposta.
    Cause: flash poco potente per la distanza di utilizzo; diaframma impostato più chiuso di quello necessario; il soggetto è bianco e riflettente; la lettura TTL è avvenuta non sul soggetto, ma sullo sfondo.
  • Problema: l'immagine è sovraesposta.
    Cause: il contrario del caso precedente; l'area di lettura TTL era troppo scura rispetto al resto dell'immagine.
  • Problema: i bordi del fotogramma sono più scuri.
    Causa: è stato usato un obiettivo grandangolare con un flash non adatto ad una copertura così ampia.

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Fotomicrografia

Fotomicrografia ottica

La fotomicrografia con microscopio ottico non richiede particolari accorgimenti, se non la conoscenza della temperatura di colore della fonte di illuminazione utilizzata. Vetrini biologici e/o sezioni sottili geologiche, essendo soggetti bidimensionali, vengono illuminati per trasmissione da una lampada a luce artificiale a basso voltaggio, per cui si userà una pellicola tarata per luce artificiale, oppure si potrà filtrare l'illuminazione con un filtro di conversione (in gelatina).

I soggetti tridimensionali vanno invece fotografati con un microscopio stereoscopico, dotato di illuminazione a neon o a LED o a fibre ottiche.

Generalmente, l'esposizione suggerita dalla fotocamera sarà quella corretta. Un buon microscopio disporrà anche di diaframma, a meno che esso non sia già presente sul raccordo fotografico. Esistono vari accessori, come oculari fotografici a vari ingrandimenti, obiettivi, filtri, illuminatori, bracci flessibili, etc.

Gli ingrandimenti si determinano moltiplicando il potere di ingrandimento dell'obiettivo (es. 10x) per quello dell'oculare (es. 4x).

Fotomicrografia elettronica

La fotomicrografia elettronica, a fronte della perdita della registrazione dei colori, permette ingrandimenti estremamente elevati con il mantenimento della profondità di campo. L'immagine è infatti una elaborazione elettronica del segnale portato dagli elettroni sparati sul soggetto e da esso raccolti da un rivelatore. I soggetti non conduttori devono prima essere rivestiti di uno strato micrometrico d'oro o di grafite (metallizzazione per evaporazione); questo trattamento si può applicare a oggetti precedentemente disidratati e capaci di sopportare il vuoto nella camera portacampione. Con la microscopia elettronica si possono raggiungere le centinaia di migliaia di ingrandimenti. I microscopi elettronici possono essere di due tipi fondamentali: a trasmissione e a scansione: i primi permettono l'osservazione di preparati sottili, metre i secondi accettano preparati massivi.

Le immagini da elettroni possono rivelare caratteri topografico-morfologici (immagini da elettroni secondari) o differenze di densità, basate sulla presenza di elementi chimici differenti (immagini da elettroni retrodiffusi).


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Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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Macrofotografia a scansione (Macroscansione)

Tecnica fotografica sofisticata, che offre risultati spettacolari per nitidezza e profondità di campo.

E' necessario un ambiente totalmente oscurato, con la fotocamera fissata su di un solido stativo a colonna. Il soggetto viene illuminato da una lama di luce continua attraverso una feritoia anulare di circa 0.1-0.2mm, in posizione fissa. Il soggetto, invece, è posizionato su di un portaoggetti mobile che si abbassa a velocità infinitesimale lungo l'asse ottico dell'obiettivo, mediante un pistone ad olio controllato elettronicamente o un motorino demoltiplicato.

L'otturatore viene mantenuto aperto sulla posa "B" e la messa a fuoco è fissa alla distanza dell'anello di luce. Al passaggio del soggetto attraverso l'anello di luce, la pellicola lo registra per piani successivi, tutti nitidi.

La velocità di abbassamento varia da 1mm/sec a 1mm/100sec, a seconda dell'intensità della luce utilizzata, della sensibilità della pellicola/sensore e del tipo di soggetto. La durata dell'esposizione è il tempo impiegato dal soggetto per attraversare completamente il fascio di luce. Ad esempio:

  • soggetto alto 20mm con velocità di 1mm/min: esposizione di 20min.
  • soggetto alto 20mm con velocità di 1mm/30sec: esposizione di 10min.

Il grande vantaggio della macrofotografia a scansione risiede nell'aggirare le leggi che regolano i limiti della profondità di campo.

In generale, la formula della profondità di campo (PDC) è:

in cui:

f = diaframma impostato
G = rapporto di ingrandimento n:n
30 = coefficiente fisso.

Ad esempio, con un rapporto di ingrandimento G = 1:10 (cioè 0.1 ingrandimenti) e un diaframma f/16 si ha una PDC pari a 117.33 millimetri, cioé 11.7cm. Con G = 1:1 (1x) e f/16 si ha una PDC di 2.13 millimetri. Con G = 10:1 (10x) e f/16 si ha una PDC di 0.12 millimetri.

Quindi, la PDC decresce velocemente all'aumentare dell'ingrandimento. O si mantiene un ingrandimento basso, o si diaframma al massimo, ma oltre un certo diaframma gli obiettivi macro non "chiudono".

Dal momento che la PDC raddoppia ogni volta che si chiude il diaframma di 2 stop, per fotografare a 1:1 un oggetto di 20mm di altezza, rendendo i 20mm tutti nitidi, occorrerebbe un diaframma f/256, purtroppo impossibile da avere. Di qui il vantaggio della macroscansione, che mette insieme sullo stesso scatto i piani sicuramente nitidi del soggetto.

Le macrofotografie a scansione sono estremamente nitide e ricche di particolari, ma lo sfondo risulta immancabilmente nero. La prospettiva, inoltre, viene modificata, non esistendo più una fuga prospettica. Queste limitazioni restringono il campo di azione della tecnica all'acquisizione di immagini scientifiche o in serie, dove la presenza di uno sfondo nero può essere un vantaggio in termini di omogeneità delle immagini. Per via dell'alta definizione delle immagini risultanti, è indispensabile pulire il soggetto con un pennellino sotto un microscopio stereoscopico.


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Macrofotografia pratica

Macrofotografia in luce naturale

In macrofotografia, maggiore è l'ingrandimento (e quindi l'allungamento), maggiore è la perdita di luce. Questa drammatica legge a cui non si sfugge impone l'uso di accorgimenti anche complessi per poter fotografare con tempi sicuri e con diaframmi sufficientemente chiusi. Generalmente, le macrofotografie in luce naturale sono sempre le più efficaci, ma questo significa dover fotografare sempre con pesanti cavalletti e perdere molto tempo per il corretto posizionamento dell'attrezzatura. In questo tipo di macrofotografia, piccoli pannelli riflettenti sono di grande aiuto per schiarire le ombre dei soggetti difficili (ad es. funghi).

Consigli fotografici

  • La luce solare diretta sul soggetto provoca ombre troppo dure e brucia i toni chiari: schermarla con un pannello diffusore di colore bianco o argento.
  • Con luce naturale e soggetti dai colori caldi sovraesporre di 1 stop; oppure misurare in spot il soggetto e lo sfondo: se la differenza è pari a 1 stop, scattare con la lettura ottenuta per il soggetto.
  • Con luce naturale e soggetti bianchi esporre per lo sfondo se la differenza con il soggetto è < 1,5 stop.
  • Fiori: tunnell di cellophane bianco o carta da fioraio per proteggere dal vento e diffondere la luce; dietro il soggetto pannello di velluto nero (se si vuole uno sfondo nero); i soggetti migliori sono quelli in ombra; come per i funghi, portare con sé anche dei pannellini riflettenti di carta bianca o alluminio stropicciato.

Macrofotografia con il flash

Quando invece il nostro soggetto non ha alcuna intenzione di guardarci macchinare per vari minuti nelle pose più strane, o per ammorbidire la forte luce del sole diretto, è necessario ricorrere al flash. Esistono diversi sistemi flash che possono essere usati in macro: il più comodo di tutti è il flash anulare, sufficientemente compatto e assolutamente adeguato ad illuminare i soggetti per via della posizione frontale del bulbo flash, che garantisce un'illuminazione uniforme sul soggetto ed esente da ombre. Scendendo di categoria, un flash a torcia con parabola inclinabile verso il basso potrebbe essere una soluzione accettabile, ma la sua luce sarà sempre piuttosto forte ed inclinata, per cui va diffusa con qualche accessorio.

Salendo invece di categoria, si può optare per un sistema multiflash, che prevede l'accoppiata di due flash a torcia ai lati dell'obiettivo. Questa soluzione è la più professionale, consente il controllo separato dei due bulbi e del loro stesso orientamento, ma per contro è una soluzione ingombrante, vistosa e costosa.

Tutti i moderni flash sono TTL (Through The Lens, attraverso l'obiettivo) e sono in grado di "dialogare" con la fotocamera. Questa, leggendo la luce che giunge sul soggetto illuminato dal flash, è in grado di comandare l'interruzione dell'emissione flash. Questo sistema, ad oggi insostituibile, evita di dover calcolare a mente il diaframma corretto per quella data distanza ed altri parametri.

Se si utilizzano flash non-TTL è necessario seguire alcuni accorgimenti. Innanzitutto, il flash deve essere posizionato a una distanza dal soggetto pari a quella lente frontale dell'obiettivo, a meno che non si voglia ottenere una illuminazione solo parziale del soggetto o si stia lavorando con più unità flash. La formula universale per il calcolo del diaframma corretto in macrofotografia è:

in cui: NG = numero guida; d = distanza flash-soggetto; x = rapporto di ingrandimento (1/8,..,1/4, 1/2, 1, 2, 3, 4, ...).

Poi, a seconda dell'angolo fra asse ottico e asse del lampo, bisogna correggere l'esposizione. Ad esempio, se l'angolo è di 45°, aprire il diaframma di 0.75 stop. Se l'angolo è 60°, aprire il diaframma di 1 stop:

Consigli fotografici

  • In TTL-flash, se il soggetto è chiaro bisogna sovraesporre manualmente.
  • In TTL-flash, se il soggetto è scuro bisogna sottoesporre manualmente.

Lo sfondo in macrofotografia

Il tempo di scatto determina l'esposizione per la luce ambiente: maggiore è il tempo, maggiore è la possibilità di registrare lo sfondo con la luce naturale. Nelle moderne fotocamere, la possibilità di sincronizzazione su tempi di scatto anche lenti consente di bilanciare la luce flash con la luce ambientale.

La LF dell'obiettivo macro, e quindi l'angolo di campo, influenzerà sia l'aspetto del soggetto (prospettiva) sia l'aspetto dello sfondo. Ecco perchè le focali macro più diffuse sono quelle intorno ai 100mm (90mm, 100mm, 105mm), dal momento che consentono di restringere porzioni di sfondo favorevoli, evitando di includere elementi di disturbo.

La distanza di ripresa è proporzionale alla LF, ma con la LF varia anche l'angolo di campo: 46° per il 50mm, 24° per il 100mm, 12° per il 200mm.

Uno sfondo può essere più luminoso o più scuro del soggetto e in macrofotografia questo succede spesso, per cui è necessario cercare di ridurre quello scarto rischiarando lo sfondo con un flash secondario, o schermandolo.

 

Sfondo nero

In macrofotografia, il flash ravvicinato rappresenta un'intensa sorgente luminosa che consente di lavorare con diaframmi molto chiusi e maggiore profondità di campo. Lo sfondo, non colpito dal lampo, può risultare tanto sottoesposto da apparire nero. Lavorando in TTL con tempi lunghi, il bilanciamento di luce flash/ambiente evita per lo più tale effetto, ma lo si può ricercare intenzionalmente agendo sui tempi di sincro flash (scegliendo quelli più veloci) e sulla potenza dell'emissione flash, aumentandola.

Mantide Empusa fotografata con flash anulare in E-TTL
a 1/125" f/13 (a sinistra) e a 1/80" f/8.0 (a destra).


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Macrofotografia

Le tecniche di ripresa ravvicinata per fotografare fiori, insetti, piccoli oggetti, etc. vanno genericamente sotto il nome di macrofotografia. Si tratta quindi di una disciplina (o forse meglio "tecnica") specialistica che richiede attrezzature via via più sofisticate più ci si spinge nell'esplorazione dei piccoli mondi, poco, se non per nulla, noti agli occhi della maggioranza degli uomini.

Per definizione, la macrofotografia è quella tecnica che comporta un ingrandimento del soggetto di almeno 1 volta (1X), ovvero un rapporto di riproduzione di almeno 1:1. Quando la fotografia si limita ad ingrandimenti inferiori, ad esempio 0.5X (1:2), si parla di close-up, ovvero fotografia a distanza ravvicinata.

Otticamente, la macrofotografia si spinge fino a 20 ingrandimenti (20:1), dopodichè è necessario ricorrere ad altri dispositivi: i microscopi. Si inizia così a parlare di fotomicrografiaottica se ottenuta tramite microscopio ottico (ad es. biologico, petrografico, stereoscopico, etc.) o elettronica se ottenuta tramite microscopio elettronico (a scansione, a trasmissione) e non più dipendente da sistemi ottici.

ingrandimenti disciplina
1:n ÷ 1:2
close-up

1:1

÷ 20:1

macrofotografia

20:1

÷ 2500:1

fotomicrografia

ottica

10:1

÷ 500000:1

microscopia

elettronica

In generale, la fotografia a distanza ravvicinata (close-up) non presenta difficoltà espositive, dal momento che si differenzia abbastanza poco dalla fotografia generica. Così pure la fotomicrografia, non perchè sia simile alla fotografia generica, affatto, ma perchè l'apparato fotocamera + microscopio è così "controllato" (gli obiettivi sono quelli, l'illuminazione è quella, lo sfondo è quello, etc.) che l'esposizione non è soggetta a variabili critiche. Non come nella vera e propria macrofotografia.

Qui, infatti, le variabili in gioco sono molte: illuminazione, tempo di scatto necessario per il soggetto in movimento, profondità di campo, vibrazioni ed effetto "mosso", diffidenza dei soggetti, etc. E sono tutte critiche, al punto che la percentuale di "scarto" delle immagini è elevatissima, non tanto per banali errori del fotografo, quanto perché in macrofotografia si deve ricercare la massima resa dei dettagli, e questo comporta lo scarto di immagini micromosse, o con una non accettabile profondità di campo, o con un tempo di scatto troppo lento per il moto alare di un dato insetto. Da questo punto di vista, il digitale ha sicuramente dato una mano notevole al macrofotografo, grazie ai suoi costi di esercizio pressoché inesistenti.

Se in fotografia generica vale il vecchio detto "tre su trentasei", per imparare ad essere autocritici nei confronti delle proprie foto, in macrofotografia varrà quindi la regola di "una su trentasei".

Ingrandimento (o rapporto di ingrandimento o rapporto di riproduzione)

E' il rapporto fra dimensioni dell'immagine sulla pellicola/sensore e le dimensioni fisiche del soggetto reale:

Quindi descrive quanto è grande l'immagine di un soggetto rispetto alle sue dimensioni reali. Se un insetto di 2cm di lunghezza viene fotografato con 1 ingrandimento (1X), cioè con un rapporto di riproduzione di 1:1, significa che viene riprodotto sulla pellicola/sensore alle sue dimensioni naturali: 2cm / 2cm = 1X. Fotografandolo da più lontano, come nella foto a sinistra, il rapporto diminuisce, ad esempio 0.6cm / 2 cm = 0.3X. Fotografandolo invece al doppio delle sue dimensioni, i 2cm reali corrisponderanno a 4cm riprodotti, per cui il rapporto sarà 4cm / 2cm = 2X, ovvero 2:1.

L'ingrandimento aumenta all'aumentare della distanza fra obiettivo e piano-pellicola, secondo la seguente relazione:

in cui:
t = tiraggio
F = lunghezza focale.

Ed è per questo che alcuni obiettivi macro sono dotati di un tubo elicoidale dall'escursione molto ampia, proprio per aumentare il tiraggio, quindi il rapporto di riproduzione.

Negli obiettivi di ultima generazione, dotati di messa a fuoco interna (inner focusing), l'aumento del rapporto di ingrandimento non può essere dato dall'aumento di t, ma è dato dalla diminuzione di F. Infatti, lo spostamento interno del gruppo ottico preposto alla messa a fuoco si traduce in una diminuzione della lunghezza focale effettiva dell'obiettivo.

Profondità di campo in macrofotografia

A differenza della fotografia generica, in cui la profondità di campo si distribuisce per 1/3 davanti al piano messo a fuoco e per 2/3 dietro, in macrofotografia il campo nitido si distribuisce in modo pressoché identico davanti e dietro il soggetto.

In più, in macrofotografia vale che:

  • A parità di diaframma e di rapporto di ingrandimento, tutte le lunghezze focali restituiscono la stessa profondità di campo.
  • A parità di distanza di ripresa, maggiore è la lunghezza focale, minore è la profondità di campo.
Diaframma Dist 0.31 0.35 0.39 0.49 1 3 infinito
2.8 DV
0.312
0.348
0.393
0.487
0.990
2.918
95.890
DL
0.312
0.349
0.394
0.489
1.006
3.090
infinito
PdC
0.000
0.001
0.001
0.002
0.016
0.172
infinito
4 DV
0.311
0.348
0.393
0.486
0.988
2.889
70.030
DL
0.312
0.349
0.394
0.490
1.009
3.012
infinito
PdC
0.001
0.001
0.001
0.004
0.021
0.123
infinito
5.6 DV
0.311
0.348
0.392
0.486
0.983
2.845
49.590
DL
0.312
0.349
0.395
0.491
1.013
3.178
infinito
PdC
0.001
0.001
0.003
0.005
0.030
0.333
infinito
8 DV
0.311
0.347
0.392
0.485
0.978
2.785
35.060
DL
0.312
0.349
0.395
0.492
1.020
3.258
infinito
PdC
0.001
0.002
0.003
0.007
0.042
0.473
infinito
11 DV
0.311
0.347
0.391
0.484
0.969
2.704
24.820
DL
0.313
0.350
0.396
0.493
1.029
3.378
infinito
PdC
0.002
0.003
0.005
0.009
0.060
0.674
infinito
16 DV
0.311
0.346
0.390
0.482
0.958
2.599
17.580
DL
0.313
0.350
0.397
0.495
1.043
3.566
infinito
PdC
0.002
0.004
0.007
0.013
0.085
0.967
infinito
22 DV
0.310
0.345
0.389
0.479
0.642
2.464
12.460
DL
0.313
0.351
0.398
0.498
1.063
3.872
infinito
PdC
0.003
0.006
0.009
0.019
0.421
1.408
infinito
32 DV
0.310
0.344
0.387
0.476
0.922
2.298
8.840
DL
0.314
0.353
0.400
0.503
1.093
4.414
infinito
PdC
0.004
0.009
0.013
0.027
0.171
2.116
infinito

in cui:
Dist = Distanza, in metri
DV
 = Distanza Vicina, in metri
DL = Distanza Lontana, in metri
PdC = Profondità di campo, pari a DL – DV, in metri.

Ad esempio, con diaframma f/8 e messa a fuoco pari a 1 metro, la profondità di campo (PdC) è pari 0.042m, cioè 4.2 centimetri distribuiti davanti (0.978m) e dietro (1.020m) il piano di messa a fuoco (1m).

Alla minima distanza di messa a fuoco (massimo rapporto di ingrandimento di 1:1) la PdC si riduce a soli 0.001m, cioè 1 millimetro a f/8. Si ricorda che questo è il valore relativo al campo assolutamente nitido, mentre il campo accettabile percepito dall'occhio umano è molto più ampio. Si vedano infatti i seguenti scatti, effettuati ad ingrandimento di 1X con il Canon EF 100mm f/2.8L Macro IS USM:

Come si può ben notare, la profondità di campo alla minima distanza di messa a fuoco (0.31m) e al massimo rapporto di ingrandimento (1:1) è davvero minima ed è accettabile solo dopo F/8 e prima del diaframma più chiuso (per via della diffrazione).

Di conseguenza, in macrofotografia si lavora generalmente con diaframmi chiusi, in modo da guadagnare al massimo quei pochi millimetri di campo nitido concessi dagli ingrandimenti. Inoltre, lavorare con diaframmi chiusi permette anche di correggere effetti ottici indesiderati (vignettatura, riflessi parassiti, etc.) e difetti ottici aggiunti (lente addizionale, duplicatore, etc.) e controllare la luce con l'uso di flash TTL a brevi distanze di lavoro.

Bisogna però considerare che ad elevati ingrandimenti (> 1X) ai diaframmi molto chiusi corrispondono intensi effetti di diffrazione della luce, per cui è consigliabile non andare oltre f/16 oltre il 2:1. Ecco perchè un obiettivo come il Canon MP-E 65mm f/2.8 Macro, capace di ingrandimenti fino a 5X ha un diaframma minimo di f/16.

Consigli fotografici

  • Se il soggetto è esteso su un piano (come ad es. una farfalla ad ali chiuse, una libellula ad ali aperte) è necessario riprenderlo col piano-pellicola parallelo al piano-soggetto.
  • Nel caso in cui sia impossibile utilizzare diaframmi chiusi, è preferibile mettere a fuoco almeno i particolari principali o maggiormente interessanti del soggetto, come ad es. gli occhi.
  • Nel caso in cui sia indispensabile registrare il soggetto completamente a fuoco, si deve ricorrere alla combinazione di più scatti, o focus stacking.

Profondità di campo in macrofotografia con sensore APS-C

Quando si utilizza una fotocamera dotata di sensore APS-C in macrofotografia, la PdC risulta differente rispetto ad una situazione di tipo full frame.

Infatti, sappiamo che un'immagine APS-C è una porzione di campo rispetto ad una pellicola. Questo significa avere differenti inquadrature e che per avere la medesima inquadratura con il sensore APS-C devo allontanarmi rispetto al soggetto, con conseguente diminuzione del rapporto di ingradimento. La PdC, però, risulterà maggiore.

Fotografando invece dalla stessa distanza (es. 30cm), con un sensore APS-C la PdC sarà minore rispetto ad una pellicola.

Attrezzature macrofotografiche

Obiettivi

Abbiamo già parlato degli obiettivi per macrofotografia. Qui aggiungiamo che in macrofotografia ad alto ingrandimento (1X) è quasi sempre meglio focheggiare manualmente, disinserendo l'autofocus, e muovendo noi stessi l'obiettivo avanti e indietro rispetto al soggetto. Ovviamente, se il soggetto è particolarmente iperattivo e il nostro sistema autofocus è particolarmente performante (motore ad ultrasuoni) sarà possibile "seguire" il soggetto con la messa a fuoco automatica o a ricerca (AI servo).

Aggiuntivi ottici

moltiplicatori di focale sono aggiuntivi ottici posteriori, che si frappongono fra fotocamera e obiettivo, e mantengono tutti gli automatismi di diaframma (e autofocus), ma riducono sia la luminosità (-1.5 stop con il moltiplicatore 1.4X, -2 stop con il duplicatore 2X), sia la qualità ottica dell'insieme. Il duplicatore sottrae 2 stop di luminosità e non aggiunge né toglie profondità di campo. La perdita di qualità ottica è comunque meno sensibile in macro, che in fotografia a distanze maggiori. Il duplicatore di focale con un obiettivo macro si comporta come un duplicatore della lunghezza focale dell'obiettivo quando il fuoco è su infinito, ma anche come moltiplicatore dell'ingrandimento quando il fuoco è sulla minima distanza di messa a fuoco. Le lenti addizionali sono aggiuntivi frontali (si avvitano cioè al posto dei filtri) e non incidono sulla luminosità, ma causano un notevole decadimento della qualità d'immagine, per cui è meglio acquistare quelle composte da 2 elementi ottici cementati (Canon, Nikon, etc.).

Aggiuntivi meccanici

I tubi di prolunga sono aggiuntivi interposti fra fotocamera e obiettivo e si fondano sull'aumento del tiraggio. Quindi, non sono aggiuntivi ottici, per cui non compromettono la qualità dell'immagine, sono leggeri e solidi, conservano gli automatismi (autofocus compreso), ma consentono ingrandimenti fissi. Il soffietto, invece, dispone di una variazione continua dell'ingrandimento, ma è più ingombrante e delicato.

Anelli di raccordo

A seconda del risultato che si vuole raggiungere ci si può orientare verso numerosissimi sitemi macrofotografici, sia in commercio, sia autocostruiti. Per avvicinarsi all'1:1 con un obiettivo standard da 50mm, ad esempio, si può usare un anello di inversione ottica, oppure i tubi di prolunga. Oltre l'1:1 si dovrà ricorrere a tubi di prolunga, soffietto e duplicatore, senza limiti di allungamento (duplicatore + soffietto + tubi permettono anche 15-20X). La tecnica degli obiettivi accoppiati consiste invece nel montare un obiettivo standard in posizione invertita sulla filettatura frontale di un teleobiettivo: il 50mm funge in tal modo da potente lente addizionale, ma, ovviamente, deve essere mantenuto a tutta apertura e dotato di un paraluce.


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Per citazioni

Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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Caccia fotografica

Si tratta di una fotografia altamente professionale, che necessita di conoscenze di eco/etologia e la disponibilità di attrezzature specialistiche: teleobiettivi di classe, fotocamere climatizzate e motorizzate, capanni di appostamento, trappole fotoelettriche. Gli animali più interessanti sono anche i più diffidenti, per cui è indispensabile adottare tattiche e accorgimenti adeguati: silenzio, livree mimetiche per l’attrezzatura, etc.

Sensibilità di pellicole/sensore

Va scelta in base alla velocità dell’animale. Generalmente 100-400 ISO. Per le pellicole è meglio prediligere comunque la una grana fine (es. Kodachrome). Va tenuto presente, però che per gli uccelli il tempo di scatto ideale è intorno a 1/500″, quindi bisognerà regolarsi di conseguenza.

Capanni di appostamento

Devono rispettare i colori e le maculazioni degli ambienti in cui ci si apposta. La struttura portante può essere costituita da tubi in alluminio o in fibra di vetro/carbonio, telescopici o a incastro, con un'altezza leggermente maggiore del fotografo seduto sul seggiolino (possibilmente girevole). Inoltre, la struttura deve permettere di essere alzata o abbassata senza doverla smontare, quindi non deve essere fissata al suolo con picchetti. Il montaggio deve poter richiedere pochi minuti. All'altezza degli occhi del fotografo il telo porterà una o più feritoie orizzontali strette, per avere la visione di ciò che accade all'esterno. Il foro per l'obiettivo deve essere molto grande, in modo da permettere spostamenti verticali e orizzontali; all'esterno, l'obiettivo sarà racchiuso in un cappuccio legato attorno al paraluce e fissato al telo. E' preferibile, poi, ampliare il telo frontalmente in basso, in modo da permettere al cavalletto di uscire dal perimetro, riducendo la distanza tra fotografo e fessure di osservazione. Fotocamere rumorose devono essere racchiuse in sacchi fonoassorbenti.

Comportamento

Alcuni animali viventi in luoghi scarsamente antropizzati possono dimostrarsi poco diffidenti: non conoscono l'uomo e non lo "vedono" neanche. Lo classificano come parte del paesaggio, fino a che i meccanismi di percezione dell'insolito o del pericolo (un rumore secco, un movimento brusco) non lo metteranno in guardia.

Fotografando animali diffidenti, è meglio passare i primi minuti allo scoperto senza dare troppo nell'occhio, muovendosi molto lentamente e non facendo nulla in particolare che li possa incuriosire o allarmare. In tal modo, si viene accettati come parte dell'ambiente e a volte anche ignorati: solo a quel punto sarà consentito fotografare. Ogni animale dovrebbe essere fotografato da un'altezza pari a quella in cui si trova.

Animali in inverno

Fotografare gli animali in inverno è per certi versi più facile che in ogni altra stagione. A fronte di alcuni svantaggi (animali meno numerosi; alcuni sono in letargo; la luce ambiente è più bassa e ricca di dominanti fredde; difficoltà di vario genere dovute al freddo) sussistono però dei sensibili vantaggi: una minore diffidenza da parte degli animali e quindi la possibilità di avvicinarli maggiormente; la possibilità di attirarli con mangiatoie; la possibilità di seguire le loro tracce del passaggio sulla neve. Accessori utili: flash nelle riprese a breve distanza, al fine di migliorare la resa cromatica dei soggetti (la breve durata del lampo non disturba di giorno gli animali); binocolo, per esplorare le zone circostanti da una maggior distanza; monopiede o treppiede, con testa a sfera.

Esposizione

Fotografando sulla neve animali chiari (pernici, orsi bianchi, conigli, etc.) bisogna esporre in spot sul soggetto, poi sovraesporre di 1 stop; oppure, misurare la neve media (non in ombra, né riflettente) intorno al soggetto e sovraesporre di 1½ stop.


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Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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Gli elementi del paesaggio

Elementi del paesaggio

MONTAGNE

Elementi dominanti che pongono in secondo piano tutto il resto. Il contesto nell'inquadratura serve solo a dare un'idea delle dimensioni: alberi, edifici, staccionate, etc. Fondamentale è la direzione della luce, al punto che conviene fotografare lo stesso soggetto nelle diverse ore del giorno e stagioni. Le montagne fotografate dall'alto assumono una colorazione chiara e invitante; dal basso, invece, assumono un aspetto incombente. Più si va in altitudine, più i colori del cielo divengono intensi, aumentano i raggi UV e aumenta la luce polarizzata, per cui è meglio usare un filtro UV e limitare l'uso del polarizzatore; per compensare le dominanti bluastre eccessive dell'alta montagna bisognerà montare un filtro 81B (ambra). Durante albe e tramonti bisogna esporre per le zone di cielo sovrastanti le montagne e sovraesporre fino a 1½ stop. Inquadrature contenenti zone d'ombra profonda e zone illuminate si affrontano con più letture multispot sulle zone d'ombra media, sovraesponendo poi di 1stop; oppure, sulle zone di luce media (non sulla neve brillante), sottoesponendo poi di 1 stop.

COLLINE

Sono soggetti meno complessi delle montagne. Qui vegetazione e prospettiva aerea sono i caratteri fondamentali. Non sono necessari particolari accorgimenti per l'esposizione, a parte quelli ovvi nei casi non standard.

PIANURE

Le pianure e le praterie sono sovrastate dal cielo, per cui questo deve essere esposto correttamente. L'orizzonte basso è indicato nei casi in cui il cielo sia spettacolare (temporale, nubi, tramonti). Per riprese ampie e panoramiche bisogna trovare un punto di ripresa sopraelevato (tetto di una casa, dell'automobile, un crinale), mentre da un basso punto di ripresa le linee di fuga si sovrappongono e si confondono. Con un grandangolare ci si può concentrare sui dettagli del primo piano, inquadrando contemporaneamente l'orizzonte e il cielo.

DESERTI

In pieno giorno la luminanza è eccessiva, per cui le ore consigliate sono l'alba e il tramonto. Nelle altre ore si ricorrerà a filtri ND per ridurre l'intensità della luce ambientale.

COSTE MARINE

Quelle sabbiose sono soggetti poveri di per sé, ma acquistano molta suggestione se colte in coincidenza di fenomeni naturali: grandi burrasche, onde, temporali. Le coste rocciose riservano di per sé più spunti fotografici. Parte del risultato dipende anche dai colori del mare. Per fotografare in spiaggia con il sole, quindi in situazione di forte illuminazione, bisognerà sovraesporre di 2/3 di stop.

ACQUE DI SUPERFICIE

Per le acque ferme il principale problema è rappresentato dai riflessi superficiali. Bisogna cioè stabilire quali riflessi è bene registrare e quali eliminare. In genere, i riflessi del sole all'alba o al tramonto sono piacevoli, così pure quelli di un paesaggio. In altri casi, un semicontroluce può generare riflessi poco graditi: si ricorre così al filtro polarizzatore. Ad esempio, per fotografare un uccello di palude con più di 1 stop di differenza dalla superficie del lago è necessario sovraesporre di 1-2 stop o montare un filtro polarizzatore. In una situazione di controluce in un lago bisogna fare la lettura esposimetrica sull'acqua non in controluce, ai lati dei riflessi, poi sovraesporre di 1 stop.

Nel caso di acque in movimento (cascate, torrenti, fiumi, onde, burrasche) bisognerà stabilire a priori il risultato che si vuole ottenere e operare di conseguenza con tempi e diaframmi. Se la luce ambientale è elevata, bisogna ricorrere ai filtri neutral density (ND), che riducono la luce che attraversa l'obiettivo. I tempi di scatto intermedi (intorno a 1/30") danno risultati mediocri. Al di sotto di 1" si ottengono belle immagini, ma cariche di dominanti verdastre o blu per cui è bene montare un filtro 81A o 81B.

La superficie del mare si presta molto bene alle sottoesposizioni intenzionali (fino a 2 stop) per ottenere riflessi meno abbaglianti e contrasti più marcati.

tempo di scatto acque in movimento e pioggia neve
1/250"
"congelata"
"congelata"
1/125"
"congelata"
"congelata"
1/60"
"strisciata"
"congelata"
1/30"
"strisciata"
"strisciata"
1/15"
confusa
"strisciata"
1/8"
"vaporosa"
"strisciata"

BOSCHI E FORESTE

Ambienti di confusa complessità, ricchi di innumerevoli spunti naturalistico-fotografici, inseriti spesso in atmosfere delicate e soffuse. Un bosco umido e con cielo coperto (es. dopo un temporale) presenta atmosfere limpide e colori saturi. Per questo, la luce migliore è quella di un cielo velato e lattiginoso, che dà un'illuminazione uniforme e senza forti contrasti. Gli alberi sono soggetti difficili se non si dispone di grandangolari decentrabili. In alternativa, bisognerebbe fotografarli da punti elevati, meglio se da mezza altezza del tronco e con la macchina fotografica perfettamente orizzontale. In macrofotografia non si incontreranno grandi problemi: l'aria generalmente ferma non disturberà i soggetti potenzialmente oscillanti (fiori, foglie, insetti), permettendo lunghe pose con il treppiede e pannelli riflettenti per rischiarare le ombre; i piccoli soggetti direttamente illuminati dal sole filtrante dovranno essere schiariti con un leggero colpo di flash (fill-in, open-flash) o tramite piccoli pannelli diffusori; gli insetti più diffidenti potranno essere fotografati alle prime luci dell'alba, quando sono intorpiditi dal freddo della notte e ricoperti di rugiada.

BOSCHI IN INVERNO

Anche in questa stagione il bosco è un ambiente ricco di soggetti fotografici. Alcuni animali possono essere avvicinati solo in inverno, come pure certi fenomeni sono osservabili solo in questa stagione. I vari animali possono essere attirati con mangiatoie, oppure già da sé possono mostrarsi confidenti. In ogni caso, è bene puntare il teleobiettivo lentamente, senza movimenti bruschi e senza emettere suoni allarmanti. Molti soggetti differenti si presteranno alla macrofotografia, come ad esempio tutte le forme del ghiaccio, brina, etc. In inverno, è sempre bene evitare di alitare sulla lente frontale dell'obiettivo o nel mirino, dal momento che l'evaporazione è molto lenta. Se comunque dovesse capitare, sarebbe meglio attendere la naturale evaporazione senza voler intervenire a tutti i costi. A fine escursione, infine, è bene ricordarsi di non sottoporre l'attrezzatura a forti sbalzi termici, evitando di trasportarla nell'abitacolo riscaldato dell'auto, ma lasciandola nel bagagliaio.

Stagioni e fenomeni naturali

Il principale attributo di un paesaggio è la sua continua mutevolezza sia durante l'arco del giorno, sia nel graduale succedersi delle stagioni. Durante l'estate il sole sorge e tramonta rapidamente, percorrendo un arco ripido: a mezzogiorno è a picco e crea ombre profonde e corte, per cui conviene fotografare di primo mattino, quando l'umidità dell'aria ravviva i colori. D'inverno, il sole si solleva di poco sopra l'orizzonte, proiettando ombre lunghe, ma morbide, anche nelle ore centrali; gran parte di questa luce è polarizzata, per cui un filtro polarizzatore provoca un effetto più marcato. Alle alte latitudini il blu del cielo è più cupo, soprattutto d'inverno con il sole basso.

NEBBIA E FOSCHIA

Fotografando la nebbia è facile ottenere immagini sottoesposte -> sovraesporre di ½-1½ stop, a seconda della latitudine di posa della pellicola e a seconda della densità della nebbia. Il filtro polarizzatore riduce la nebbia, rendendo più leggibile il paesaggio. Per eliminare le dominanti fredde provocate dalla nebbia, bisognerebbe usare un filtro caldo 81A o 81B.
La foschia dà un senso di distanza e di profondità alla scena, rendendo gli oggetti lontani più chiari e più freddi di quelli in primo piano (vedi prospettiva aerea). Anche il biancore della bruma va corretto, sovraesponendo di ½-1 stop.

PIOGGIA

Anche la pioggia, come le acque di superficie in movimento, è un fenomeno dinamico, per cui il tempo di scatto condizionerà il risultato. Un tempo lento (<1/30") produce lunghe "strisciate" confuse, con inequivocabile descrizione della situazione meteorologica, ma con una perdita sensibile di dettaglio. Un tempo breve (1/250") darà maggior risalto ai particolari del soggetto, ma congelerà le gocce senza renderle del tutto visibili, a meno che raggi solari incidenti, in mezzo controluce, non riescano ad esaltare la loro presenza.

L'umidità (senza foschia) nell'aria satura i colori, per cui uno dei migliori momenti per fotografare è dopo i temporali, ma attenzione alla lettura esposimetrica che potrebbe essere condizionata dalla luce fortemente contrastata. Ad esempio, ci si trova a volte con un primo piano fortemente illuminato e uno sfondo cupo e incombente e questa situazione inganna l'esposimetro, che tende a registrare maggiormente i toni più luminosi, sottoesponendo il tutto. Quindi, è necessario sovraesporre di ½ -1 stop.

ARCOBALENO

L'arcobaleno da pioggia compare quando raggi di sole attraversano la pioggia che cade o le particelle vaporizzate dalla caduta. Per rendere più visibile un arcobaleno, occorrerebbe uno sfondo scuro, come lo stesso temporale che si allontana. Usare il paraluce e tempi veloci. Per una migliore resa cromatica: sottoesposizione di 1/3-½ stop.

INVERNO, NEVE E GHIACCIO

Con neve in luce e in ombra bisogna esporre per la neve non brillante, poi sovraesporre di 1 stop, ma le zone scoperte (rocce, tronchi, persone,...) risulteranno eccessivamente scure. Sovraesponendo di 2 stop, la neve diventa bianca uniforme e le zone scoperte si rivelano più leggibili. Sovraesponendo di 3 stop, la neve si riduce a un bianco puro, con il solo scopo di incorniciare gli altri elementi dell'immagine. Per la neve non in ombra bisogna sovraesporre di ½ o di 1 stop. In caso di neve con sole brillante si può usare il filtro polarizzatore per esaltare l'effetto cromatico. Come in molte altre situazioni paesaggistiche, anche per le scene innevate è preferibile la luce radente, in modo da incrementare la tridimensionalità della scena, oppure la luce del mattino. I cieli bianchi carichi di nevesono molto luminosi e la luce diffusa elimina le ombre riducendo i forti contrasti. La superficie riflettente della neve determina in ogni caso delle dominanti cromatiche fredde, sia con cielo blu e sole (usare il filtro 81-A o 81-B), sia senza sole (usare il filtro skylight). Per "fermare" la neve cadente è sufficiente un tempo di 1/60", mentre per ottenere un effetto di strisce si può scendere a tempi di 1/30"-1/15". Ghiacciai e icebergs dovranno essere fotografati usando filtri della serie 81 e pellicole con intonazione calda per ridurre le dominanti fredde delle loro zone d'ombra.

Consigli fotografici

  • Sovraesporre di 2/3 di stop in generale.
  • Con luce abbagliante sulla neve sovraesporre di 1 -  stop.

ALBE E TRAMONTI

In queste ore del giorno uno stesso soggetto si può presentare sotto aspetti completamente diversi. La luminosità all'alba è elevata e produce contrasti notevoli: se il sole fa parte dell'inquadratura, esponendo per le aree adiacenti al sole (escludendo il sole dall'inquadratura) si ottiene una silhouette; esponendo per il territorio, il cielo perde i suoi colori. All'alba i soggetti migliori da fotografare sono quelli con i contorni netti e ben definiti.

Per i tramonti bisognerebbe esporre in spot o comunque disinserire i sistemi di misurazione multizona (matrix o valutativa), in modo da evitare di ottenere immagini compensate per le aree scure. Oppure: media delle letture sullo sfondo e sulle aree più vicine al sole, poi bracketing di ±1½ stop. In genere, la foto sovraesposta sarà quella più fedele alla realtà; quella sottoesposta, invece, sarà più satura e spettacolare.

Consigli fotografici

Esporre in spot sulle aree adiacenti al sole senza comprendere il sole nell'area di misurazione, ricomporre e sovraesporre di ½ - 1 stop.

LUNA

La differenza in stop tra luna e paesaggio è troppo elevata per avere un'esposizione mediata che non renda la luna bruciata o il paesaggio nero profondo. Se la luna è il soggetto principale, allora la coppia tempo/diaframma sarà di circa 1/125" a f/8 con 50 ISO: il restante paesaggio risulterà però nero (silhouette). Se invece è il paesaggio il soggetto principale e si vuole far vedere anche la luna, lo si fotograferà con un tempo lungo (di vari secondi), ma la luna risulterà priva di dettagli e sovraesposta. L'unica alternativa è la doppia esposizione: si fotografa la luna per prima, da sola, senza paesaggio, con un medio-tele. Si tiene a mente la sua posizione e si ricompone la foto per il paesaggio, in un punto dell'orizzonte in cui la luna non compare. Ovviamente, col digitale tutto ciò è molto più semplice.

FULMINI

Per fotografare i fulmini nel momento in cui appaiono occorrebbero dei riflessi troppo rapidi. L'unico modo è quello di fissare la fotocamera al treppiede, impostata sulla posa "B" (bULb) ad otturatore aperto. L'esposizione va calcolata sul cielo a diaframma tutto chiuso.

FUOCHI ARTIFICIALI

Soggetti difficili, che richiedono molti tentativi, molta pellicola e molta pazienza. Pellicole ad ampia latitudine di posa. Obiettivi: da 24mm a 100mm, in base alle dimensioni dei fuochi e dalla distanza di ripresa. Regolare la distanza su infinito. Diaframma: f/8-f/22, in base alla sensibilità della pellicola e alla luminanza dei fuochi. Treppiede. Posa B (bULb) tra ½" e 5".

ERUZIONI VULCANICHE

Fenomeni naturali complessi, sia geologicamente, sia fotograficamente. In generale: pellicole di medio-bassa sensibilità (50-64 ISO) con treppiede e scatto flessibile. I fenomeni esplosivi notturni si fotografano come i fuochi artificiali, quindi con posa "B". Colate di lava diurne non presentano particolari difficoltà; quelle notturne, invece, potranno risultare di molti stop più luminose del paesaggio scuro. Se le colate dovessero essere molto fluide e luminose, usare filtri ND per ridurre la luminanza. Emissioni sulfuree e nubi ardenti molto chiare o molto scure dovranno essere affrontate con le dovute compensazioni esposimetriche.


Dichiarazione su copyright, autore e proprietà

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Fotografare i paesaggi

Per paesaggio si intendono diversi soggetti fotografici, dai panorami più ampi ai semplici particolari, il cielo, i fenomeni atmosferici ed esosferici (acque, laghi, fiumi, cascate, etc.).

Luce ed esposizione nella foto di paesaggio

La morfologia di un paesaggio può essere poco interessante, ma potrebbe acquisire significato grazie ai suoi colori, o grazie ai fenomeni che si impostano su di esso. Nelle ultime e nelle prime ore del giorno la luce muta velocemente, colorandosi di rosa, rosso, giallo, blu. Un sole splendente in pieno giorno può essere causa di dominanti, così come un paesaggio ripreso con un grandangolare invece che con un teleobiettivo può risultare banale e insignificante. Se quindi da un lato è di fondamentale importanza la bellezza o la particolarità del paesaggio, dall'altro è indispensabile la tecnica espositiva e la luce di ripresa.

Esempio di paesaggio in cui l'elemento di interesse è rappresentato dai colori autunnali.

Tecniche di ripresa e accorgimenti nella foto di paesaggio

Una foto di paesaggio dovrebbe essere caratterizzata da:

  • massima resa dei dettagli: utilizzare una bassa sensibilità per pellicola / sensore;
  • massima profondità di campo: ricorrere ad un treppiede o ad un appoggio di fortuna;
  • assenza del mosso: usare uno scatto flessibile o l'autoscatto;
  • assenza di elementi di disturbo: comporre accuratamente con la lunghezza focale adeguata;
  • assenza di dominanti cromatiche: usare adeguate compensazioni/bilanciamenti o filtri;
  • assenza di riflessi parassiti: utilizzare un paraluce in caso di luce laterale.

Gli appoggi di fortuna possono essere offerti da tronchi e rami, la borsa fotografica, una roccia, lo zaino, etc., mentre in mancanza di scatto flessibile può essere usato l'autoscatto.

Per quanto riguarda la messa a fuoco e la profondità di campo, è sempre bene mettere a fuoco il soggetto principale (generalmente il più vicino) e includere lo sfondo chiudendo il diaframma dell'obiettivo, ricordando che la ripartizione della profondità di campo è 1/3 davanti e 2/3 dietro il piano focalizzato.

Quale obiettivo per la foto di paesaggio

La scelta dell'obiettivo, al di là delle ragioni oggettive e soggettive per privilegiare un'ottica o una tipologia di ottiche, è un fatto comunque molto personale. Gli obiettivi a focale fissa sono generalmente più corretti degli obiettivi a focale variabile (zoom), anche se gli zoom di classe professionale sono estremamente performanti e hanno pressoché equiparato le focali fisse. Uno degli innegabili vantaggi degli obiettivi zoom è che sono, appunto, zoom: la disponibilità di molte lunghezze focali in un solo obiettivo consente una maggiore flessibilità nel comporre l'inquadratura. Uno zoom ampio e otticamente corretto, come ad es. un 24-105mm, consentirà di disporre immediatamente di lunghezze focali da grandangolare a medio-tele e di valutare inquadrature ampie o strette a piacere.

Ogni paesaggio è costituito da diversi elementi, più o meno significativi. A priori, non è detto che un paesaggio sia significativo nella sua ampiezza, ma potrebbe invece contenere particolari significativi: ecco che il teleobiettivo risulterebbe una scelta vincente.

Il grandangolare nella foto di paesaggio

Quando il paesaggio è interessante fotograficamente in tutta la sua estensione, o quando si vuole contestualizzare nell'ambiente un particolare a noi vicino, si utilizza un obiettivo di lunghezza focale corta, inferiore a 50mm per il formato 24x36 e inferiore a 75mm per il medio formato. Pressoché indispensabile il paraluce (e possibilmente l'originale, cioè l'unico espressamente studiato per non interferire otticamente e non generare vignettatura = oscuramento ai bordi). Se è necessario usare dei filtri, prediligere quelli con montatura ribassata. La linea dell'orizzonte deve essere sempre tenuta sotto controllo, dal momento che la sua inclinazione è particolarmente evidente nelle riprese grandangolari. Prestare attenzione al fatto che e deformazioni prospettiche aumentano dal centro ai bordi dell'inquadratura.

Vantaggi: estesa profondità di campo nitido; senso di immersione e di profondità.
Svantaggi: allontanamento prospettico della scena.
Esposizione: l'esposizione standard ideale è una media fra cielo e terreno.

I grandangolari di 13mm, 14mm e 15mm di lunghezza focale producono immagini ad effetto, con deformazioni prospettiche esageratamente suggestive. Queste focali raccolgono luce da ogni lato, per cui bisogna fare attenzione ai raggi parassiti laterali. Il 20mm, con un'esagerazione prospettica non esasperata, coinvolge l'osservatore e lo spinge dentro la scena, dando grande risalto al primo piano e allontanando lo sfondo. Non ci sono limitazioni nell'uso a mano libera e si può fotografare tranquillamente anche con tempi di 1/4". Con il 24mm l'effetto grandangolare si riduce in modo notevole, ma è la focale grandangolare più apprezzata dai professionisti. Il 28mm è il grandangolare per eccellenza, mentre il 35mm è molto moderato, tanto che in alcuni corredi può sostituire l'obiettivo "normale" da 50mm.

Il teleobiettivo nella foto di paesaggio

Il teleobiettivo si utilizza in due casi fondamentali: quando si è impossibilitati ad avvicinarsi ad un particolare soggetto o quando si vuole mettere in risalto solo una porzione della scena. Ne risulta un’immagine dalla prospettiva cambiata. Ad esempio, un filare di alberi ritratto con un grandangolare 20mm verrà “allontanato” e la scena acquisirà una grande profondità; ritraendo il filare dallo stesso punto di ripresa con un tele da 200mm si otterrà una compressione prospettica, di altrettanto effetto, ma con gli alberi che sembreranno addossati fra loro.

Più l’obiettivo è potente, più è facile ottenere foto mosse, per cui diventa fondamentale l’uso di un monopiede o di un treppiede pesante, eventrualmente appesantito con un peso centrale (ad es. legando la borsa fotografica all’altezza del baricentro del teleobiettivo).

Paesaggio con teleobiettivo

Quando si usa un teleobiettivo è più facile ottenere immagini mosse con i paesaggi, che non, per esempio, con animali in movimento. Infatti, nel secondo caso, l’insieme teleobiettivo+fotocamera segue il movimento dell’animale con un movimento fluido, non sottoposto alle vibrazioni irregolari tipiche di quando si inquadra un soggetto statico.

Vantaggi: aumento dell’ingrandimento; riduzione dell’angolo di campo; esclusione degli elementi di disturbo.
Svantaggi: compressione prospettica dei piani.
Esposizione: il limitato angolo di campo fa sì che la lettura esposimetrica sia in linea di massima corretta.

Consigli fotografici

  • Fotografare il paesaggio con luce della prima mattina o del pomeriggio inoltrato, quando dominano tonalità calde e i raggi solari sono radenti.
  • Per avere la massima profondità di campo mettere a fuoco "a mano" invece che attraverso il mirino, posizionando il simbolo di infinito non sull'indice di messa a fuoco, ma sull'indice corrispondente al diaframma al quale si desidera scattare, nella scala immediatamente adiacente a quella delle distanze.
  • Effettuare la lettura esposimetrica sulle parti più chiare (aree in luce senza il sole nell'inquadratura), in modo da schiarire le eventuali ombre.
  • Abbassando la fotocamera al suolo si modifica la prospettiva, come pure passando da un tele a un grandangolare: con un 20mm basta indietreggiare di 2 metri dal soggetto per "spedirlo" in secondo piano.
  • Evitare di posizionare eventuali linee forti (ad es. filari di alberi) agli angoli del fotogramma.

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Per citazioni

Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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I piani di composizione

I piani di composizione, cioè la posizione e il "peso" che il fotografo decide di dare agli elementi significativi della scena, caratterizzano l'immagine e contribuiscono a renderla efficace o significativa.

Primo piano

Deve contenere più informazioni delle altre parti dell'immagine. Nel caso di un motivo ripetuto fino all'orizzonte, il primo piano permette di rendere comprensibile il modello, perché è più nitido. Ma proprio per questo, è necessario che il primo piano contenga elementi interessanti. Fotografie con primo piano significativo e dominante possono acquisire notevole efficacia. Il primo piano offre la possibilità di comprendere un soggetto sconosciuto, oppure può guidare lo sguardo verso il resto della scena. Il secondo piano o lo sfondo possono anche avere poco risalto, ma uno dei due almeno deve essere presente. La scelta dell'obiettivo è quindi fondamentale per il risultato.

Secondo piano

Nel secondo piano gli oggetti sono abbastanza vicini da apparire comprensibili, ma abbastanza piccoli da risultare poco dettagliati. Le immagini dominate dal secondo piano sono in genere poco personalizzate e di modesto effetto: è perciò fondamentale la scelta dell'elemento di paesaggio che si ritrae.

Sfondo

Le fotografie basate sullo sfondo ritraggono per lo più tramonti, silhouette, montagne. Il teleobiettivo, con il suo ristretto angolo di campo, permette di isolare particolari significativi.

Foto basate sul primo piano, sul secondo piano e sullo sfondo, rispettivamente.

Esempio di efficacia dei piani: il primo piano prosegue in secondo piano in direzione del terzo piano.

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Agnoli G.L. (2025) Manuale di Fotografia di Chrysis.net - Risultati della ricerca , in: Chrysis.net website. Interim version 14 May 2025, URL: https://www.chrysis.net/it/search/%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598nvq0t-%252525E3%25252580%25252590%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E6%2525258E%252525A8%252525E8%2525258D%25252590BB76%252525C2%252525B7CC%252525E2%2525259C%25252594%252525EF%252525B8%2525258F%252525E3%25252580%25252591-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258Bw2t0-%252525E7%25252583%252525AD%252525E8%252525A1%25252580%252525E9%252525AB%25252598%252525E6%252525A0%252525A11~3%252525E7%25252599%252525BE%252525E5%252525BA%252525A6%252525E7%252525BD%25252591%252525E7%2525259B%25252598yut6s-%252525E5%25252585%252525AB%252525E4%252525B8%252525AA%252525E8%2525259D%252525B4%252525E8%2525259D%252525B6%252525E5%25252585%252525AC%252525E4%252525B8%252525BB%252525E6%25252595%25252585%252525E4%252525BA%2525258B3oas/page/22.

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